C’è qualcosa dietro quegli occhi.

Cosa c’è dietro quello sguardo? Cosa c’è dietro quel sorriso? Quel sorriso che non appartiene alla tua bocca: forestiero, quasi alieno.
Interviene nelle foto, si trattiene qualche secondo poi si allontana, svanisce nel nulla, come se non fosse mai esistito. Come se l’avessi preso in affitto solo un attimo; solo per quello scatto. Come un costume di carnevale da usare solo il martedì grasso. Una maschera sulla maschera. Tanto, poi verrà mercoledì e poi giovedì, e poi ancora…

Fai capolino dentro l’immagine come se giocassi a nascondino, lasciando agli occhi il compito di presentarti a chi non ti conosce ancora. C’è qualcosa dietro quegli occhi, qualcosa di triste: sono i tuoi sogni che rimbalzano in faccia alla realtà e tornano indietro. Li raccogli e li conservi in uno scrigno, con la speranza di riaprirlo un domani, nella nuova dimensione a cui ti stai preparando. Ogni tanto ne prendi un pezzo, spazzoli via un po’ di fantasia – tanto per renderlo comprensibile agli occhi dei pagani – e lo pubblichi. Chi ti capisce ti ama, pensi.

Lo vedi che passa, ti supera, ti segna nel viso e nel corpo, ma i segni più profondi li lascia nella tua mente. Macchie sulla pelle e nell’anima, macchie indelebili, macchie di tempo che corre.

Se non fosse per quegli occhi – che riuscirei a leggere anche al buio – nemmeno io mi accorgerei di quello che hai dentro. Ho questa facoltà: leggo esattamente cosa sei e cosa vuoi diventare.

C’incontreremo, lo so, c’incontreremo in quella dimensione a cui ti stai preparando e chissà che forse…

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