VELA. TRAVERSATA IN SOLITARIO
UN NAPOLETANO SFIDA L’ATLANTICO.
La vela sport di mare e di grande amore per le sfide, a volte può spogliarsi dei suoi aspetti agonistici e rivestire soprattutto il coronamento di un sogno di libertà e d’avventura. Un occasione per dimostrare a se stessi di essere capaci di un’impresa degna di nota, come attraversare l’Oceano Atlantico in solitario. E’ l’obbiettivo di Pasquale Perfetto, napoletano di 45 anni esperto di arti marziali, colpito dalla freccia del «cupido velista» nei mari caraibici delle Antille Francesi dove l’amore per questo sport non poteva che essere travolgente. «Nel 1986 – racconta – vivevo ed insegnavo arti marziali a Guadalupe (Antille Francesi). Chi conosce il posto sa benissimo che è uno dei porti di arrivo di chi fa le traversate atlantiche. Lì conobbi un connazionale che aveva traversato l’Atlantico con un Ferretti Altura 442 al quale proposi se al ritorno mi potevo imbarcare con lui».
«Nel maggio 1987 – continua Perfetto – iniziò così la mia prima esperienza. Finalmente coronavo un sogno, anche se all’inizio fu un vero incubo per il mal di mare. Ma mi armai di molta pazienza e di grande umiltà per cercare di imparare il più possibile». Ormai per Pasquale Perfetto la vela era diventata una ragione di vita e nulla poteva dissuaderlo dal portare a termine quel suo progetto, a lungo cullato prima sulle rive del Golfo di Napoli e poi sulle spiagge dorate dei Caraibi. « Al ritorno in Italia mi iscrissi per questo al Centro Velico di Caprera», racconta. E due anni fa il sogna a cominciato a prendere corpo. «Nel 1999 ho acquistato un Ferretti Altura 33 del 1980 con cui affronterò la traversata atlantica. Questa estate ho trasferito la barca ad Almeria (Spagna) da dove partirò a fine ottobre per la mia traversata dell’Atlantico in solitario. La prima tappa saranno le isole Canarie, quindi Capo Verde ed infine Grenadines». All’andata Perfetto seguirà la rotta degli Alisei, venti costanti che soffiano sopra l’equatore. Una specie di autostrada del vento. A maggio del prossimo anno inizierà, invece, la traversata di ritorno in Italia seguendo una rotta più a nord: isole Vergini, Bermuda, Azzorre, Gibilterra, Spagna, Francia, Corsica, Sardegna e finalmente Napoli nell’agosto del 2002. Il viaggio del napoletano sarà lungo oltre 10 mila e 200 miglia e durerà circa un anno.
Teo Mascia
– IL MATTINO –
UN UOMO UN SOGNO
GIULIANOVA. Pasquale Perfetto, 52 anni, nato a Napoli ma residente a Giulianova, dove vive e gestisce lo chalet Bagni Riviera, ha un sogno: fare il giro del mondo in barca a vela. Non è un sogno difficile da realizzare, se non fosse che Pasquale vuole farlo in solitario. Ed è caccia di sponsor. «Datemi una barca con il necessario per partire e io lo farò». Chi poteva immaginare che questo simpatico e robusto signore, tra una mozzarella di bufala e una ghiotta insalata servite sotto ampi gazebo di bambù, coltivasse un sogno del genere?
Non c’è da meravigliarsi: Pasquale Perfetto è l’uomo delle sorprese. L’amore per la vela e il mare aperto lo folgorano a trent’anni, quando a Guadalupe, nelle Antille francesi, la storia della sua vita lo vuole insegnante di karate, di cui è stato campione italiano ed ora maestro di IV dan. A Guadalupe divora le pagine di Bernard Moitessier, “il più famoso dei navigatori solitari”, e sogna di partire, cullato dai ricordi del Golfo di Napoli.
Corre l’anno 1999 quando, finalmente, riesce ad avere una imbarcazione sua, un Ferretti Altura 33 del 1980, «uno scafo non giovanissimo ma affidabile», racconta Pasquale. L’avventura inizia però solo due anni dopo, nel mese di agosto 2001, quando il velista partenopeo, che ha compiuto 45 anni, decide di seguire le orme di Colombo in solitario. Parte da Giulianova, fa tappa a Napoli e poi via verso la Spagna e l’Oceano. Lo segue via radio da Giulianova un altro velista esperto, Emilio Marcozzi (ma nella tranquilla cittadina costiera non è raro trovare uomini d’avventura, come per esempio Giuseppe Pompizii, per tutti “Pipi”, che l’Atlantico decise di attraversarlo, insieme ad altri amici tra i quali gli stessi Perfetto e Marcozzi, quando aveva più di sessanta anni), che da terra gli fornisce indicazioni sulla rotta e sul maltempo. Dopo una serie di peripezie ed un viaggio effettivo di quaranta giorni (venti ce ne sono voluti soltanto per toccare le coste di Martinica da Capo Verde, senza tappe intermedie), Pasquale Perfetto riesce a compiere l’impresa. «Con la mia barca, l’Anahita, ho percorso in totale diecimila miglia», racconta oggi, «toccando le isole Baleari, Malaga, le Canarie, le isole Vergini, le Bermuda e le Azzorre. E incappando anche in qualche brutta disavventura». Come quando, all’inizio della traversata, in piena burrasca e con un vento di quaranta nodi, per tagliare una cima il “nostro” si procura accidentalmente una seria ferita alla gamba.
«È difficile», confessa oggi, «esprimere cosa mi passò per la testa in quel momento: paura, terrore, delusione, rabbia. In ogni modo la frittata era fatta. Presi un pezzo di cima e lo legai sulla parte superiore della ferita per fermare la fuoriuscita del sangue. Dopo averla tamponata in qualche modo, riordinai le idee e decisi che dovevo dirigermi al più presto, a motore, nel porto più vicino. Trascorsi sei ore ridotto in quelle condizioni con la paura di svenire. Nei pressi del porto di Los Cristianos di Tenerife, chiamai la Capitaneria via radio e gli descrissi le mie condizioni. Devo dire che sono stati molto celeri nel farmi trovare l’ambulanza al mio arrivo. Dovreste vedere che faccia hanno fatto quando, una volta sceso, con l’incerata tutta sporca di sangue, ho chiesto una cerveza…». L’incidente non fa cambiare idea a Pasquale, che non ascolta chi tra gli amici lo invita a desistere dal suo proposito. «Mi sentivo in debito», dice, «con coloro che mi avevano aiutato a partire, economicamente e moralmente, e in questo modo mi avevano affidato una parte dei loro sogni. Com’è andata a finire? Il giorno dopo mia moglie era a Tenerife. Mi guardò negli occhi e, sapendo cosa mi passava per la testa, mi disse: vai, continua, realizza il tuo sogno perchè sono sicura che ci riuscirai». Il resto è storia nota.
Ma la storia non finisce qui. Un sogno tira l’altro: dopo aver fatto l’Atlantico in solitario, Pasquale Perfetto mira ora al giro del mondo. Da compiere naturalmente in perfetta solitudine. Un viaggio eccezionale, che il velista vuole fare passando per i tre capi: Capo di Buona Speranza (Sud Africa), Capo Leewin (Australia) e Capo Horn (Cile). «Per ora questo è solo un sogno, che però in ogni momento è con me, come un orsacchiotto di peluche per un bambino. Intanto, mi consolo con dei palliativi tipo: la crociera del Sudamerica su una nave passeggeri. Non è stata la stessa cosa ma almeno mi ha dato l’idea di cosa significa passare Capo Horn con cinquanta nodi di vento».
Nicola Catenaro
– IL CENTRO –
NEL SOFFIO DELL’ALISEO
Il viaggio di Anahita dalla baia di Pozzuoli alle coste del Nuovo Mondo. L’avventura di Pasquale Perfetto è cominciata la mattina del 24 agosto di quest’anno. Con la sua barca l’Anahita, uno sloop di circa dieci metri ha mollato gli ormeggi dal molo di Pozzuoli per una lunga rotta di diecimila miglia attraverso il Mediterraneo, l’Atlantico, il mare delle Antille. Ma il vero inizio di questa avventura risale a circa dieci anni prima proprio a Guadalupe (Antille Francesi) dove insegnava karatè, aveva trent’anni e l’amore per il mare se lo portavo dal golfo di Napoli dove da bambino rimaneva incantato davanti allo spettacolo delle barche a vela nel golfo. A Guadalupe le pagine Di Moitessier, il più famoso dei navigatori solitari, divenivano per lui estremamente reali. Al porto facevano scalo dopo la traversata atlantica le barche provenienti dall’Europa. Qui si radunavano quelli che Moitessier aveva definito “uccelli d’altomare”. Fino ad allora Pasquale non aveva avuto esperienze di navigazione, ma il richiamo dell’oceano si faceva sentire sempre più forte. Conobbe un altro italiano che era venuto dal nostro Paese con un Ferretti Altura 422. Nel maggio del 1987 si imbarca con lui ed un suo amico per Gibilterra. Alcuni giorni di vero incubo per il mal di mare, ma ben presto si abitua all’onda oceanica, e comincia ad amare il respiro possente dell’Aliseo che li accompagnava sulla rotta per l’Europa. Apprese tante cose sulla condotta della barca, abbastanza per capire che c’era ancora molto da imparare. Partecipa a due settimane di corso velico a Caprera, la scuola di vela più dura che ci sia in Italia. Due settimane di mare a tempo pieno dalla mattina fino al tramonto e con ogni tempo. Nel mese di giugno nelle bocche il vento raramente soffia a meno di venti nodi. Non è mai accaduto a Caprera che si sia rinunciato ad uscire in mare. Da allora i suoi imbarchi sono stati numerosi. Vari trasferimenti in tutto il Mediterraneo, ma anche oltre Gibilterra, fino alle Canarie. Nel 1999, finalmente ha potuto avere una barca sua, un Ferretti Altura 33 del 1980, uno scafo non giovanissimo ma dalla grande affidabilità. Ora l’Anahita è nel porto di Almeria in Spagna dove l’ha temporaneamente lasciata dopo la prima tappa del viaggio. Vi ritornerà a fine ottobre per, poi, mollare gli ormeggi per le Canarie prima del grande salto verso le isole del Capo Verde e quindi delle Antille, dove porterà le insegne della nostra Italia ed il Guidone della Lega Navale Italiana. Si, perchè Anahita fa parte della prestigiosa flotta della Lega Navale; con lui viaggerà il ricordo della festa che i soci della Sezione di Pozzuoli, alla quale appartiene, hanno voluto organizzare per la sua avventura. Ancora una volta il “Guidone Sociale” attraverserà l’Atlantico portando con se un messaggio di pace e di amicizia. Questa volta ci sarà anche l’Anahita tra gli” Uccelli d’alto mare” in attesa di spiccare il lungo volo.
Pasquale Perfetto nato a Napoli 45 anni fa. In un decennio ha incontrato l’oceano, da passeggero se ne è innamorato ed ha bruciato le tappe, correndo il Mediterraneo. Oggi la sua passione spiega le grandi ali e vola tra le lunghe onde dell’Atlantico. Il suo programma prevede di percorrere in un anno circa diecimila miglia da Pozzuoli a Gibilterra, dalle Canarie a Capo Verde, dalle Granadines alle Isole Vergini, Bermuda, le Azzorre, Gibilterra, Spagna, Corsica, Sardegna ed infine Pozzuoli. Anahita, un Ferretti 33 con pozzetto centrale costruito nel 1980 in vtr, armato a sloop, lungo 9,77 metri, largo 3,30 metri, con motore Nanni Mercedes da 60 hp, pilota automatico,timone a vento Mustafà, radar JRC 17 miglia, Epirb Jotron 45 sx, GPS Garmin 12, bussola Riviera, bussola da rilevamento, sestante, carte nautiche, tavole nautiche, calcolatrice scientifica, computer, VHF Plastimar RC 8500, radio ssb Icom 700; vele: randa, due genoa, due fiocchi, 2 tangoni, una tormentina, doppio strallo di pua. Per chi volesse seguire la traversata di Anahita, Pasquale trasmette su frequenze HF, con il seguente programma: ora gmt 11,30 frequenza mhz 14.422 – 21.327; ora gmt 13,30 frequenza mhz14.422 – 16.788 – 18.834 – 22.159; ora 20,30 stesse frequenze delle ore 13,30; ora 21,45/22.00 frequenza mhz 14.422. Nominativo della stazione radio di Anahita: Net Oceano Pasquale.
Buon vento Pasquale aspettiamo il tuo ritorno.
Adolfo Costa
Lega Navale Italiana Pozzuoli -NA-
UN PROTAGONISTA
L’avventura inizia nel mese di agosto 2001, per il napoletano Pasquale Perfetto, 45 anni, che è partito dal porto di Napoli a bordo del suo Ferretti 33 Altura a vela di 9,77 metri di lunghezza, per affrontare una traversata in solitario nel Mar Mediterraneo e oltre Gibilterra, con il contributo della Ferretti Yachts.
IL viaggio, che prevedeva una durata di circa dodici mesi, ha toccato, dopo la Sardegna, le isole Baleari, Malaga in Spagna e le isole Canarie, di fronte al Marocco, anche Capo Verde, le isole Granadines, le isole Vergini, le Bermuda, le Azzorre, Gibilterra, le coste della Spagna, le coste della Francia, la Corsica, la Sardegna, per poi approdare nuovamente a Napoli. Il ricco programma della traversata, un totale di diecimila miglia nautiche, ha rappresentato una splendida avventura per Pasquale Perfetto, che aveva già navigato a bordo di un Ferretti 42, partecipando nel 1987 ad una traversata dell’Oceano Atlantico con meta finale Gibilterra. La barca che ha accompagnato il navigatore napoletano in questa sua nuova importante impresa, con lui dal 1999, vale a dire il Ferretti 33 Altura, una imbarcazione di ventanni, che tuttavia non dimostra minimamente la sua età, ancora in assetto perfetto, affidabile e forte, in grado di affrontare con sicurezza le insidie dell’Oceano.
A Pasquale Perfetto e al suo Ferretti 33 vanno i nostri complimenti per il risultato raggiunto e per il coraggio dimostrato.
Articolo apparso sulla rubrica della FERRETTI YACHTS PROTAGONIST n°60 Winter 2003.