Permanenza

Nei giorni che seguirono si dedicò a rendere la permanenza sull’isola meno scomoda. Usò della fibra di noce di cocco intrecciata per fare delle funi, con le quali, grazie anche a una serie di tronchi, riuscì a spostare la scialuppa e portarla nelle acque interne dell’atollo.

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Tetto

Iniziò a raccogliere le  foglie di palma cadute e a farsi prima di tutto un riparo provvisorio resistente alla pioggia e al vento; sapeva che presto ne avrebbe avuto bisogno.

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Pinne

Raggiungerlo a nuoto non se la sentiva, perché c’erano circa trecento metri da coprire, inoltre quel blu profondo non gli dava fiducia. Infatti vide un paio di pinne che ci gironzolavano dentro.

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Isolotto

L’atollo era forma di D, completamente circondato da barriera corallina e senza neanche una passe; non era molto grande: sei sette chilometri.  Ma aveva una particolarità: un isolotto al centro ricoperto di verde.

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Rifocillato

Il giorno dopo, abbastanza rifocillato e un po’ meno stanco, si preoccupò di mettere in sicurezza la scialuppa, non potendo, da solo, tirarla in secco. Recuperò tutta la cima che aveva e la legò a un tronco di palma che si affacciava sul bagnasciuga, ma si ripromise di trovare il sistema di portarla in secco quanto prima.

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Duna

Iniziò a guardarsi intorno, costeggiò la spiaggia per un certo tratto  e, scorgendo una duna di sabbia, si diresse in quella direzione. Ma decise di fermarsi: si sentiva troppo debole.

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Cocco

Una grossa nuvola annaffiò la spiaggia di acqua fresca e dolce, e si dissetò a piene mani. Riuscì a mettersi in piedi e, barcollando, si avviò verso il fresco di un palmeto, là raccolse un cocco e lo sventrò, cibandosene e bevendone il latte avidamente.

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Verde

Si sentiva la bocca talmente arsa che la lingua sembrava cementata al palato sin dalla nascita. Gli occhi ‒ le cui palpebre saldate da uno spesso strato di sale ‒ li aprì con molta fatica: «Il verde.», disse. E perse di nuovo i sensi.

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Grembo

La risacca era una culla che lo dondolava lieve e  per ninna nanna sentiva uno sciacquio piacevole. Nel grembo di quella sensazione, si sentiva al sicuro come un feto nella placenta.

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Limbo

Sopravviveva in un limbo di debolezza nebbiosa, dove le palpebre erano delle saracinesche mal oleate e dove visioni inquietanti si erano radicate nell’inconscio; fosche, oscure, nebulose… e passò un’altra luna.

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