Se solo tu parlassi…

Ti ho lasciata, sembra assurdo ma l’ho fatto; sei libera ormai. E’ stata una decisione sofferta, ma non potevamo continuare…
non perché non ti amassi più, ma perché non c’era più un futuro per noi due: la gente non avrebbe capito, non avrebbe accettato e avremmo trascorso il resto della nostra vita criticati e accusati di chissà quali colpe; e tu saresti stata quella più colpita, più indifesa. Non potevo permetterlo, non potevo mettere a rischio la tua esistenza; l’ho fatto solo per te, perché ti amo.

Adesso puoi continuare la tua vita, libera di sceglierti un compagno che ti stia vicino per sempre e che ti faccia diventare madre. Io continuerò a seguire la mia squallida esistenza, osservandoti da lontano senza interferire.

Vivrò di ricordi che, sono certo, s’impossesseranno della mia mente. E mi parleranno dei meravigliosi momenti vissuti insieme; mi parleranno di quei cieli tersi che coprivano le nostre notti in montagna dove le stelle riflettevano sui picchi coperti dai ghiacciai perenni; delle magiche luci che scintillavano e si riflettevano sulle distese di prati verdi, mentre i cani abbaiavano alla luna che illuminava il mondo di argento vivo. Hai sempre avuto paura dei cani, sei sempre stata diffidente nei loro confronti; non lo manifestavi, ma io te lo leggevo negli occhi; in quei tuoi splendidi occhi neri…

Già mi manca il tuo calore; già mi manca quel tuo corpo tremulo fatto di silenzi pieni di messaggi; di movimenti leggeri e di sguardi quasi assenti. Oddio! Le notti d’amore che abbiamo passato insieme, quante sono state? Tante, ne ho perso il conto. Ogni sera ti venivo a cercare e ti trovavo là, pronta, ad attendermi. Ti parlavo di me, dei miei dubbi, delle mie paure; tu mi ascoltavi in silenzio, osservandomi senza interrompermi. Poi cominciavo ad accarezzarti lievemente il corpo, finché le mie mani non giungevano nelle tue parti più intime; all’inizio eri sempre un po’ incerta, ma poi ti rilassavi; ti aprivi a me accogliendomi nel tuo ventre, mentre le mie braccia ansiose si sostenevano sulla tua schiena; ogni tanto giravi lo sguardo e mi guardavi; quello sguardo intimo che mi invitava a continuare, e io insistevo con ritmo forsennato, finché le mie grida non attraversavano i boschi rimbalzando sui rami degli alberi ricoperti dalla notte. Tu rimanevi lì osservandomi, avvolta in quel tuo mantello di lana che ti copriva il corpo fin sotto il collo…

Purtroppo la gente non avrebbe mai capito, ci avrebbe criticati. Eppure se solo tu parlassi invece di belare…

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Beerta

«Perché ti guardi intorno, cosa ti preoccupa?»

«Niente, niente… »

«E allora perché tremi?»

«Non tremo; tra poco comincia a fare buio e… »

«E allora? Di chi hai paura, del lupo cattivo?»

«Dice che mi vuole lasciare, anche se è una decisione sofferta… »

«Chi, lui?»

«Sì, dice che la gente comincia a fargli delle domande strane e che… be’ sai come vanno queste cose?»

«E allora? Scusa, non avevi detto l’altro giorno che non ce la facevi più a sostenerlo? Che era pesante e invadente e che non aveva un minimo di delicatezza nei tuoi confronti?»

«Be’ sì, ma sai com’è? Poi uno ci si abitua… in fondo non mi dispiaceva… anche se era peggio di un… caprone».

«Ma lascialo perdere, goditi le montagne; hai da mangiare, da bere; guarda quanto verde, i ruscelli… cosa ti manca?»

«Dice che comunque starà lontano da me, ma che mi penserà sempre. Che mi ama ancora e che mi ha sempre trattato meglio delle altre. Ma non invaderà più la mia privacy, e che mi augura di trovare un compagno al più presto, formare una famiglia e… »

«Bene, e allora?»

«Stamattina s’è avvicinato e mi ha detto che stasera voleva farlo per l’ultima volta… »

«Oh agnello di Dio! Ma come si fa a essere così egoista? Non c’è niente da fare questi uomini sono solo dei bugiardi, traditori, assassini… che farai allora?»

«Che devo fare? Se non lo faccio mi aizza i cani contro, e poi chissà la fine che farò… »

«Hai ragione. Be’ se è solo l’ultima volta, stringi i denti e non fiatare».

«Quello è il problema più grosso».

«Stringere i denti?»

«No; non fiatare».

«Perché?»

«Perché ogni volta che facciamo l’amore appoggia le mani sulla mia schiena, mi stringe il pelo e spinge talmente forte che io non riesco a non belare».

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